mercoledì 23 marzo 2016

PEDALI: TRUE BYPASS O BUFFER?

Pubblico un mio articolo, uscito tempo su Strumenti Musicali, che parla del BYPASS. Argomento che è spesso causa di gravi incomprensioni.
Fatemi sapere la vostra posizione in merito, buona lettura!

PEDALI: SI INIZIA DAL BYPASS.

Da questo articolo cercheremo di addentrarci nella vasta e incontaminata giungla dei pedali. Riusciremo ad uscirne vivi?

È da qualche anno oramai che i pedali spuntano fuori come funghi. Girando in internet si scoprono ogni giorno marchi nuovi mai sentiti prima. C’è il negozio di fiducia che li importa dagli angoli più remoti del pianeta. Possiamo dire con certezza che questa è l’era del pedale. Dopo gli anni Ottanta dove non eri nessuno se non ti presentavi su di un palco o in studio di registrazione con almeno dodici unità rack, oggi non sei nessuno se non hai la pedaliera stracolma di pedali. Proveremo a fare chiarezza cercando di analizzare le differenze e il funzionamento dei vari pedali, per poterne acquisire maggiore consapevolezza nell’utilizzo.
Prima di parlare di pedali quali overdrive, distorsioni o modulazioni, è molto importante capire come si comportano quando sono spenti. Ogni pedale che si aggiunge alla nostra pedaliera comporta un’interruzione del cavo, un aumento della lunghezza del cavo stesso e, automaticamente, maggior degrado del segnale. Oggi avere pedaliere composte da decine di pedali è diventata una moda più che un’esigenza, una moda che, nella maggior parte dei casi, restituisce all’ampli un suono che è la brutta copia di quello che esce dalla chitarra. Come avrete già capito, in questo articolo sarà messo sotto esame il fantomatico “bypass” che, entrando in funzione a pedale spento, determina attivamente la qualità del suono. Si, perché un pedale se acceso può essere più o meno bello secondo i gusti personali, ma da spento deve essere trasparente, cosa che non sempre avviene.
Esistono due tipi di bypass: il true bypass e il circuito di buffer. Le differenze tra i due sono sostanziali. Nel primo caso, il true bypass, l’ingresso del pedale è collegato direttamente e meccanicamente all’uscita, grazie ad un relè o ad un interruttore. Nel  secondo caso, cioè il buffer, la cosa è un pochino più complessa. Il segnale attraversa un circuito a guadagno unitario dove l'ampiezza del segnale al suo ingresso la si ritrova in uscita moltiplicata per uno, quindi invariata. Il buffer altro non fa che trasformare il segnale ad alta impedenza proveniente dalla chitarra in un segnale a bassa impedenza. Può essere passivo o essere realizzato basandosi su componenti attivi come transistor bipolari, mosfet, amplificatori operazionali o anche valvole termoioniche.
Entriamo ancora di più nel particolare. Nell’articolo precedente abbiamo parlato di cavi e di come questi, nel momento in cui vengono attraversati da un segnale elettrico, si comportano da veri e propri condensatori. Questo concetto è esteso a tutti i componenti elettrici attraversati da un segnale elettrico. Il fenomeno è maggiore se il segnale è ad alta impedenza, come quello della chitarra. Quindi, concettualmente, il buffer serve a limitare questo, chiamiamolo così, “effetto condensatore”, in quanto fa sì che il segnale, essendo a bassa impedenza, risulti meno soggetto alle capacità parassite che incontra nel suo percorso e si mantenga inalterato fino a destinazione. L’effetto che hanno queste capacità parassite sommate una all’altra (stiamo parlando nell’ordine dei nF, nano Farad) è quello di tagliare le frequenze medio/alte rendendo il suono più scuro, meno brillante. È chiaro che, a questo punto, la qualità del buffer è ancora più importante del suono del pedale.
Negli anni ci si è orientati verso l’uso di pedali true bypass a causa della scarsa qualità dei buffer presenti nei pedali in commercio. In questo modo si risolve un problema ma se ne crea un altro. Il true bypass non abbassa l’impedenza del segnale che sarà sensibile alle capacità parassite insite nel cavo le quali causeranno un forte degrado del segnale. Quindi utilizzare solo pedali true bypass è una soluzione poco praticabile. In merito a questo c’è un interessante articolo di Pete Cornish dal titolo “The case against true bypass” che potete trovare sul suo sito e che vi invito a leggere, a me personalmente ha chiarito molto le idee.
Le soluzioni possibili potrebbero essere due. Nel caso si voglia optare per l’utilizzo di soli pedali true bypass la strada maggiormente praticata è quella di inserire un buon buffer all’inizio della catena dei pedali, a patto che sia del tutto trasparente. Questo buffer abbasserà l’impedenza del segnale che arriverà “invariato” a destinazione. Se invece si utilizzano sia pedali true bypass che non, il problema non si pone in quanto il buffer presente nei pedali che non sono true bypass farà in modo di abbassare l’impedenza del segnale.

Una considerazione è d’obbligo: i pedali true bypass hanno un costo elevato, anche perché rientrano in quella categoria denominata “boutique”. Anche i buffer di buona qualità costano. È importante valutare se il miglioramento effettivo del suono giustifica una spesa così elevata o se, accettando dei compromessi, si riesca comunque ad ottenere un buon suono: magari con i soldi risparmiati riusciamo ad acquistare un altro pedale!

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