Pubblico un articolo che scrissi tempo fa per Strumenti Musicali. Si parla del corpo della chitarra.
IL CORPO DELLA CHITARRA ELETTRICA
E' fuori di ogni dubbio che, parlando di suono, per un chitarrista la chitarra ricopra un ruolo fondamentale. Ecco perché è importante poterla scegliere nel migliore dei modi. Analizziamo le parti che la compongono e che contribuiscono a formarne il timbro sonoro.
Il suono che abbiamo in mente dipende da molti fattori, che cercherò di analizzare singolarmente per capirne meglio il funzionamento, la cosa fondamentale è scegliere lo strumento più adatto alle nostre esigenze, sia fisiche che sonore. Per iniziare partiamo dal "body": le caratteristiche costruttive del corpo della chitarra e i materiali utilizzati, favoriscono e meno un certo modo di vibrare delle corde. Cerchiamo quindi di seguire un filo logico e partiamo dai materiali: prima di tutti il legno. I legni più utilizzati per costruire i corpi delle chitarre sono il mogano Sud Americano, gradualmente rimpiazzato da quello Africano a causa della difficile reperibilità del primo, il frassino, preferibilmente quello leggere, e l'ontano. In qualche caso si utilizzano il noce o il koa e a volte anche l'acero, ma di rado a causa della sua pesantezza. Naturalmente ognuno di questi legni ha una suo sonorità; il mogano offre un'equalizzazione proiettata maggiormente sui bassi che si attenua sulle frequenze medie e va gradualmente a diminuire verso le frequenze alte. Il frassino è l'opposto del mogano, presenta parecchi alti, pochi medi e pochi bassi. L'ontano è quello più equilibrato, dove le frequenze sono distribuite più omogeneamente all'interno delle spettro sonoro. Il noce assomiglia all'ontano, con un suono più cristallino come l'acero che, però, ha un suono ancora più brillante. Cosa molto importante è la costruzione del corpo, nel senso che spesso si usano più tavole incollate a formare un blocco dal quale si ricava poi il corpo. Esistono corpi formati da due pezzi, ma anche da tre o quattro pezzi. Le tavole utilizzate vengono tagliate con un taglio detto "di piatto", cioè parallelo alla larghezza del corpo. Per una strumento di buona qualità direi di evitare corpi realizzati con più di due pezzi, perché ci sarà sempre una componente chimica estranea, più o meno rigida, che è la colla, che dovrà unire le parti. Vi lascio immaginare quanto questo componente sia cruciale in termini di trasmissione delle vibrazioni. Nel caso di un corpo realizzato in due o più pezzi, la cosa importante è che i pezzi provengano dalla stessa tavola, in quanto tavole diverse hanno un suono diverso e si annullano vicendevolmente. E' come se buttassimo a terra una moneta da un euro e una da cinquanta centesimi: quella da un euro, a differenza di quella da cinquanta centesimi, non suona perché è composta da due metalli diversi. Quindi, quando possibile, evitare corpi "multi-pezzo". C'è poi la possibilità di utilizzare legni differenti, accoppiando il corpo e un "top". Il top ha una funzione correttiva, nel senso che aggiusta il timbro generato dal legno del corpo, e nel caso di un top in acero incollato in un corpo in mogano, conferisce maggiore presenza. Aumentano gli acuti ma rimangono pressoché invariati i bassi e i medi. Quindi la scelta del top non è solo una questione estetica, anche se ci sono delle chitarre con topo talmente belli da poter essere appese in soggiorno!
Fino ad adesso abbiamo parlato di corpi "solid body", ma diamo uno sguardo anche alle camere tonali che sono cavità praticate nel corpo che hanno, anche in questo caso, un compito di correttore timbrico, oltre ad alleggerire lo strumento. Per capire meglio a cosa servono faccio un esempio pratico: un corpo in mogano ha un suono molto grosso. In generale un corpo con camere tonali è un po' meno presente sulle medie ed ha un suono più acustico.
Ci sono poi i corpi archtop tipo Les Paul o piatti tipo Telecaster. Anche questa è una differenza importante in termini di suono, in quanto i corpi archtop comportano un cambio dell'angolazione del manico rispetto al corpo e al ponte che, conseguentemente, comporta un cambio di tensione della corda e della vibrazione imposta alla corda stessa.
La verniciatura ha un ruolo importante; esistono vernici di natura organica come la nitro o la gommalacca, o sintetiche come i poliuretani o i poliesteri che sono dei composti di resina e induritori con tempi di asciugatura molto più rapidi e per questo preferiti per produzioni industriali. Le differenze sono abissali: la nitro lascia respirare e maturare il legno essendo nitrocellulosa, quindi a base organica, l'unico svantaggio p la resistenza nel tempo in quanto la nitro tende a creparsi e staccarsi (vedi le Stratocaster vintage degli anni '60). Mentre i poliuretani o i poliesteri sono molto resistenti anche ai vari solventi usati per la manutenzione e la pulizia della chitarra, ma è come se si applicasse uno strato di vetro intorno al legno, si inibisce molto l'azione vibrante dello stesso. E' quasi impossibile che uno strumento verniciato con vernici poliuretaniche possa maturare e migliorare nel tempo, cosa che avviene su strumenti verniciati alla nitro. Per riconoscere il tipo di verniciatura ci sono un paio di trucchi: le nitro è molto sottile in quanto tende ad assottigliarsi durante l'asciugatura diventando un velo alla fine del processo di lucidatura, mentre i poliuretano o i poliesteri non variano il loro spessore e, uno volta lucidato lo strumento, ci si accorge dello spessore "importante". Altra caratteristica è la durezza: la nitro si riga facilmente, basta un'unghia. cosa impossibile con i poliuretani o i poliesteri.
Ringraziamo Romano Burini per la consulenza tecnica.
Molto interessantissimo!!!
RispondiEliminaGrazie mille Giovanni!
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