Pubblico un articolo che scrissi tempo fa per STRUMENTI MUSICALI. Si parla di differenza tra distorsore e overdrive.
DISTORSORE O OVERDRIVE?
L'eterno dilemma di chi non sa decidersi! Sarà meglio il distorsore o l'overdrive? Ma poi che differenza c'è?
Prima di addentrarci in spiegazioni più o meno tecniche iniziamo dal concetto di "distorsione". Per distorsione si intende un'alterazione della forma originale di un'immagine, un suono o, in via del tutto astratta, di un pensiero. Alla luce di questo la distorsione è vista come un difetto, o meglio un effetto indesiderato. Per capirci meglio un dispositivo Hi-Fi si comporta in maniera lineare restituendo all'uscita lo stesso segnale che si trova all'ingresso, lasciandone inalterate le caratteristiche. Nel mondo dell'amplificazione per chitarra, invece, non vale questo principio, soprattutto per noi chitarristi che invece facciamo della distorsione il nostro asso nella manica. Passiamo a descrivere fisicamente cosa si intende per distorsione e cosa per overdrive. Nel caso della distorsione la forma d'onda in ingresso viene "squadrata", viene cioè trasformata da sinusoide in onda quadra. Nel caso dell'overdrive, invece, abbassata in modo che i suoi picchi siano contenuti all'interno del range prestabilito; non viene fatto alcun taglio alla forma d'onda. Quindi concettualmente stiamo parlando di due processi completamente diversi sia da un puntao di vista fisico che elettronico.
La distorsione si ottiene partendo da un dispositivo chiamato "Trigger di Schmitt" (un amplificatore operazionale) che trasforma l'onda "sinusoidale" in ingresso in un'onda quadra. L'onda quadra generata, che è il segnale distorto, viene miscelato al segnale "pulito" proveniente dalla chitarra tramite un controllo che può chiamarsi "DIST" o "GAIN"a seconda delle case produttrici. L'overdrive invece si ottiene portando a saturazione il preamplificatore senza modificare in alcun modo la forma d'onda. Il classico suono overdrive è quello tipico degli anni settanta, ottenuto regolando il volume degli amplificatori al massimo- L'unico inconveniente a quei tempi era appunto il volume, problema poi risolto aggiungendo un potenziometro che regola il volume di uscita del preamplificatore. Grazie a questo potenziometro è possibile portare il preamplificatore a saturazione mantenendo dei volumi accettabili. Quindi è chiaro che la saturazione avviene quando il volume del segnale ha raggiunto il suo limite massimo, ma questo comporta anche uno schiacciamento della dinamica. Un suono molto saturo è, per sua natura, un suono poco dinamico. Se suoniamo con un suono molto distorto e proviamo ad abbassare il potenziometro del volume della chitarra ci accorgiamo che il volume non diminuisce. Quello che diminuisce è la quantità di distorsione, il guadagno. La dinamica diminuisce all'aumentare della saturazione, quindi dinamica e saturazione non vanno assolutamente daccordo, ma c'è un modo per farli coesistere. Negli anni ho imparato, da chitarristi molto più bravi di me, come poter rendere dinamico un suono molto saturo: la soluzione maggiormente praticata è quella del boost. Si parte da un suono molto saturo e si abbassa gradualmente il gain, poi si aggiunge un pedale, ad esempio un overdrive, con il gai quasi a zero e il volume quasi al massimo. In questo modo non facciamo altro che aumentare il volume del segnale di ingresso dell'amplificatore e di conseguenza di conseguenza aumentare la saturazione del canale stesso. Il pedale in questio può essere un overdrive, un distorsore, un equalizzatore, un compressore, la scelta va fatta in base al risultato che vogliamo ottenere, l'importante è che questo pedale abbia la possibilità di aumentare il volume del segnale. Esistono pedali nati per compiere questo semplice compito, si chiamano boost. Il concetto è molto semplice: se l'amplificatore lavora, ad esempio, moltiplicando per dieci il guadagno del segnale in ingresso, è facile capire che se il segnale in ingresso vale uno quello che esce è dieci, se invece vale dieci uscirà cento. A questo punto la quantità di saturazione è gestita dal pedale e l'amplificatore può lavorare ad un guadagno tale da non compromettere troppo la dinamica. E' possibile applicare questo concetto anche ai pedali, seguendo lo stesso procedimento. Ci sarà un pedale che si occuperà di generare il suono distorto e un altro che avrà il compito di alzare il livello del segnale d'ingresso per aumentare la quantità di saturazione. La tendenza è, purtroppo, sempre quella di alzare il gain illudendosi che con più distorsione si riesca a suonare meglio. In realtà un segnale troppo saturo non ci aiuta affatto a suonare meglio, anzi ci costringe ad avere un suono poco definito. Un consiglio che mi sento di dare è quello di abbassare gradualmente il gain del canale distorto ed abituarsi a suonare con meno saturazione; in questo modo il nostro suono sarà molto più chiaro e, cosa molto importante, acquisterà maggiore dinamica rispondendo meglio al nostro tocco.
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